tisdag 30 oktober 2012

Cosa comporta l'uso eccessivo degli antibiotici

RagionPolitica pubblica giovedì 25 ottobre 2012 il mio articolo Cosa comporta l'uso eccessivo degli antibiotici.

I batteri resistenti agli antibiotici sono attualmente una delle più grandi minacce esistenti. Se non ci sono antibiotici efficaci, l'umanità ritornerà indietro nel tempo in cui semplici infezioni erano letali. La mortalità infantile salirebbe e le normali operazioni sarebbero rischiose da eseguire. Il problema è di carattere internazionale.

In Europa la resistenza agli antibiotici uccide ogni anno circa 25.000 persone, secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) con sede a Stoccolma, Svezia. Questa cifra va confrontata con i 48.000 che muoiono ogni anno nel traffico.

In Italia nel 2009 si è vista la campagna ”Antibiotici, usali con cautela” realizzata dall'Agenzia Italiana del Farmaco, l'Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute. I dati relativi ad alcuni ceppi batterici sono molto gravi. In Italia fino al 50 per cento delle infezioni da Klebsellia pneumoniae, un batterio che è la causa principale della polmonite, sono resistenti al carbapenem, Il carbapenem è l’antibiotico riservato alle massime emergenze.

Nel dibattito sulla resistenza agli antibiotici la salute pubblica viene spesso opposta alla scelta libera del paziente. La responsabilità è dei medici e dei pazienti. Citando iniziative come l'intensa UE- USA denominata TATFAR e il network internazionale ReAct, si nota che il problema viene definito semplicemente come un sovraconsumo di antibiotici da parte del paziente. La questione è però: che cosa è troppo? Non vi sono stime oggettive di base negli studi sullo stato della salute pubblica.

Il rapporto tra gli antibiotici prescritti e lo sviluppo di resistenza non è chiaro. Si riscontra in un paese dove la resistenza agli antibiotici è molto bassa. In Svezia, i numero ricette per mille abitanti è diminuito nel corso del tempo. Dal il 1992 al 2011, le ricette precritte dai medici sono diminuite di circa il 30 per cento. Nonostante questo, il numero di focolai di batteri resistenti agli antibiotici è aumentato.

Si dice che i medici non siano sufficientemente informati, ma fare una diagnosi se una malattia è causata causa di virus o da batteri non è sempre facile. Sono necessari anche migliori strumenti diagnostici per la diagnosi precoce delle infezioni resistenti nel sangue. Una migliore conoscenza di cure più appropriate è ancora più importante per tutelare la libertà dei medici ad emetteri prescrizzioni.

Sono stati identificati come vettori ambienti ospedalieri sporchi, sia la noncuranza del personale addetto alle pulizie. Sono necessari miglioramenti sanitari negli ospedali e di nuovi regolamenti per medici ed infermiere.

Identificare ciò che è causa e ciò che effetto nella complessa catena della produzione alimentare. La connessione tra la resistenza agli antibiotici negli animali e la trasmissione agli esseri umani non è stata dimostrata, anche se c'è buona ragione che sià così in teoria. Nonostante una diminuzione dell'uso di antibiotici nell' agricoltura non si riscontra una minore resistenza corrispondente. Probabilmente l'uso di antibiotici in agricultura è meno importante dell'uso che ne fanno esseri umani e gli animali domestici come cani, gatti e cavalli.

Il fattore importante che causa la resistenza agli antibiotici è semplicemente l'evoluzione dei batteri. L'evoluzione comporta che i batteri che non riescono a gestire gli antibiotici poco a poco muoiono. Quelli che sopravvivono si sono adattati e prolificano.

La Commissione Europea ha reso noto quest'anno che concederà sovvenzioni ad aziende farmaceutiche attraverso l'EFPIA, la confederazione europea delle industrie farmaceutiche per la ricerca sugli antibiotici. Il successo nella scienza non avviene quasi mai senza che comporti un grande rischio, sia finanziario che scientifico. La semplice ricerca nella medesimo cosa anno dopo anno, con l'obiettivo di risolverne i problemi, tende a fallire ed è per questa ragione che l'industria farmaceutica può abbandonare un intero indirizzo di ricerca che non produca risultati. Ma se chi pagana sono i cittadini europei, c'è il rischio che l'industria non sia così saggia.

Il mercato europeo dei produtti farmaceutici è inefficace, e non dà la possibilità di creare nuovi antibiotici ed innovazioni. Solo una su dieci sostanze provate diventa un farmaco. Degli antibiotici disponibili sul mercato il 75 per cento è stato sviluppato prima del 1970. Oggi ci vogliono otto anni prima che un farmaco sia approvato dall' EMA, l'Agenzia europea per i medicinali. L'Europa è caratterizzata da un sistema sanitario sovraccarico e obsoleto in cui la resistenza agli antibiotici è uno dei molti sintomi di malattia.

È un compito difficile per i ricercatori di sviluppare nuovi antibiotici, specialmente quando le nuove varietà devono essere limitate ai casi più gravi per impedire ai batteri di sviluppare resistenza anche contro di nuovi farmaci. Ci sono nuove idee promettenti. I ricercatori stanno studiando quale geni nel DNA dei batteri li rendono resistenti, per poterne annullare la resistenza. Aziende come l'IBM esplorano come la nanotecnologia possa attaccare i batteri in modo più mirato.

Il sistema per prevenire la resistenza antibiotica deve utilizzare la conoscenza individuale circa la salute del paziente stesso. Si deve trovare un metodo migliore per fare diagnosi, migliori opportunità per i ricercatori ad inventare nuovi antibiotici e una cura più permanente senza problemi per l'approvazione di nuovi farmaci. Questo richiede un mercato più aperto sia per i farmaci  che l'assistenza medica.

Non esiste una unica soluzione per un problema così complesso come la resistenza agli antibiotici. Lasciamo apertura a più soluzioni, e non facciamo di tutt'erbe un fascio.

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